Italiani pronti a ridurre i consumi di plastica monouso
Ma tra il dire e il fare, c’è di mezzo ancora un mare di PET
In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2021 - il 22 marzo - la ricerca condotta da Toluna per Culligan International in 11 Paesi analizza gli stili di consumo in tema di acqua e sostenibilità nell’anno della pandemia. In Italia, il 76% degli intervistati si dichiara pronto a ridurre il proprio utilizzo di plastica monouso, eppure più della metà continua a consumare acqua in bottiglie PET.
Negli ultimi anni, le campagne di sensibilizzazione sulle buone pratiche ambientali, rafforzate dal cosiddetto “effetto Greta”, hanno contribuito ad aumentare il livello di informazione e la consapevolezza dei cittadini sulla necessità di proteggere il nostro Pianeta e salvaguardarne le risorse. Una nuova coscienza che ha generato negli italiani ottimi propositi in tema di sostenibilità, ma una ancora scarsa applicazione nella pratica.
A confermarlo, la ricerca condotta a febbraio 2021 da Toluna per il Gruppo Culligan, su un panel internazionale1
Lo studio mira a indagare comportamenti legati al consumo di acqua da bere - a casa e fuori casa - in un anno senza precedenti segnato dalla pandemia di Covid-19.
Secondo i dati emersi dalla ricerca, il 76% degli intervistati italiani ritiene che ridurre l’utilizzo di plastica monouso – ad esempio, sostituendo le bottiglie in PET con borracce riutilizzabili e prediligendo l’acqua del rubinetto alle minerali - sia una delle prime azioni da compiere per ridurre il proprio impatto ambientale.
Nonostante ciò, cambiare le “vecchie” abitudini sembra non essere così semplice: sempre secondo la ricerca Culligan, il 59% del campione intervistato preferisce ancora consumare acqua minerale in bottiglia a casae il 66% fuori casa.
Eppure, la ricerca rileva che il 60% degli intervistati in Italia è consapevole che l’abuso di oggetti in plastica monouso come le bottiglie d’acqua minerale è dannoso per l’ambiente e che la loro riciclabilità non risolve il problema ecologico. Nel nostro Paese, il tasso di riciclo della plastica è pari al 29% sul totale della raccolta2 mentre il resto finisce negli inceneritori o nelle discariche.
È così che l’Italia conserva il primato europeo per il consumo di minerali, con ben 8 miliardi l’anno di bottiglie acquistate3
Tra gli altri Paesi nostri ‘vicini’, ben più avanti nel passaggio all’acqua del Sindaco, Olanda e UK, dove rispettivamente l’83%, il 70% dichiara di prediligere il consumo di acqua del rubinetto a casa propria, mentre il dato cala oltreoceano al 53%, avvicinandosi di più alla percentuale italiana del 37%.
Con l’arrivo della pandemia, i buoni propositi di consumi ‘green’ hanno perso priorità: la centralità dell’attenzione sull’emergenza sanitaria ha portato l’Italia verso un ulteriore aumento del consumo di acqua in bottiglia, pari a un +2% rispetto all’anno precedente.
La percezione di maggiore sicurezza delle minerali è alla base di tali consumi: quasi il 50% degli intervistati, infatti, è convinto che l’acqua del rubinetto sia meno sicura di quella confezionata, nonostante l’Italia possa vantare uno dei migliori acquedotti a livello europeo4 strettamente regolato dal Decreto 31/2001 e soggetto a costanti controlli delle Asl che ne certificano la salubrità dell’acqua.
Per chiunque senta la necessità di migliorarne ulteriormente le qualità organolettiche, inoltre, esistono in commercio sistemi per il trattamento dell’acqua al punto d’uso in grado di eliminare l’odore di cloro, di regolare la presenza di sali in base a gusti ed esigenze, nonché di refrigerare e gasare l’acqua all’istante. Una valida alternativa al consumo di acqua in bottiglie di plastica che può rappresentare una pratica soluzione per gli Italiani pronti a compiere quel passo in più a favore di consumi concretamente green.
Metodologia: Indagine condotta con l'Agenzia Toluna su 2.750 persone. Il campione è stato intervistato via e-mail a febbraio 2021 nei seguenti paesi: Stati Uniti, Canada, Australia, Italia, Francia, Austria, Germania, Spagna, Belgio, Regno Unito, Paesi Bassi.
Fonti:
1 Ricerca condotta da Toluna per Culligan International (Culligan, Zero Water, Zip e altri brand locali) in Nord America, Europa e Australia a febbraio 2021.
2 Dati Corepla 2020
3 Dati Gruppo CAP 2020
4 Ricerca dell’Irsa, l’istituto del Centro Nazionale di Ricerca (CNR) deputato al controllo della qualità dell’acqua, l’Italia si posiziona al quinto posto in Europa per qualità dell’acqua del rubinetto.
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