La nuova Direttiva Europea per l’acqua potabile (d. lgs. 18-2023) in vigore da marzo di quest’anno è ancora più stringente nei parametri, nell’attribuzione delle responsabilità e nelle sanzioni. È la risposta dell’Europa al cambiamento climatico: un’attenzione alla sostenibilità che si concretizza nell’impegno comune per la salubrità e la continuità della risorsa idrica.
Aumentano in Italia i consumi di acqua in bottiglia, +8,8% nel 2022[1] pari a 14,9 miliardi di litri, con un consumo pro capite di 252 litri e una tendenza alla crescita dopo il 2020. Di conseguenza, si è alzata anche la produzione di acque confezionate italiane, +7,8% nel 2022, 16 milioni di litri[2].
Un mercato importante che solleva il problema ecologico di una filiera fortemente impattante. Dalla gestione del contenitore, qualsiasi sia il materiale prescelto, al trasporto nei punti di vendita e poi nelle nostre case. Un trasporto che “pesa” anche sui consumatori, quando portano buste e cassette con le bottiglie acquistate al supermercato fino alla propria abitazione.
È un dato di fatto che gli italiani preferiscano l’acqua in bottiglia, nonostante l’acqua del rubinetto che arriva dai nostri acquedotti sia di qualità alta e molto controllata. Con la nuova Direttiva Europea per l’acqua potabile (d. lgs. 18-2023), l’Europa continua il suo impegno nella salvaguardia delle risorse idriche naturali anche per l’uso umano, con un nuovo approccio più stringente rispetto al passato, basato su un più ampio concetto di valutazione del rischio.
Che cosa prevede la nuova Direttiva Europea per l'acqua potabile?
Tra le novità, anche la gestione dell’ultimo miglio, ovvero il tratto che va dall’acquedotto al rubinetto, che entra nel piano per assicurare un controllo superiore della filiera idrica sempre più accurato.
“Il nuovo decreto introduce novità riguardo ai parametri da misurare nelle analisi periodiche dell’acqua” – spiega Antonio Acquafredda, Product Manager Chemical and Regulatory di Culligan. “Il cambiamento climatico rappresenta il punto di partenza dell’evoluzione della Direttiva in cui vengono considerati alcuni elementi che possono inquinare le falde. Un esempio il boro, causa di una maggiore concentrazione di acqua salmastra proveniente da una crescente infiltrazione di acqua marina nelle falde. Poi sono stati inseriti nuovi parametri di pericolo emergenti, ovvero inquinanti per i quali esiste un’attenzione crescente relativamente agli effetti sulla salute umana. Si tratta degli impermeabilizzanti (PFAS), che sono cancerogeni, del bisfenolo A, delle microplastiche, dei cloriti e clorati sottoprodotti della sanitizzazione, e come misura cautelare anche dell’uranio, la cui presenza è sempre legata ai cambiamenti climatici. In più i controlli vengono estesi anche a strutture come i condomini, che dovranno organizzarsi per vigilare sull’acqua che arriva nelle case con particolare attenzione ai parametri legionella e piombo”.
A conferma che anche l’ultimo tratto di strada dall’acquedotto al rubinetto di casa può aver bisogno di un controllo in più, esistono sistemi di filtrazione dell’acqua come Culligan Intense: una formula smart che si installa facilmente sotto il lavandino, senza ulteriori modifiche, e si attiva con un pulsante bluetooth “Click & Drink”. Culligan Intense migliora la qualità dell’acqua del rubinetto eliminando sapori sgradevoli, cloro, pesticidi e altre sostanze inquinanti che potrebbero essere presenti nell’acqua. Una soluzione per un’acqua pura a km 0, senza dover acquistarla nel pet o nel vetro.
Le novità del d. lgs. 18-2023 in vigore dal 21 marzo 2023
L’approccio più focalizzato sulla salvaguardia della risorsa idrica, sull’accessibilità dell’acqua e sulla salute dei cittadini porta nuove responsabilità e nuovi obblighi anche per soggetti non coinvolti nel precedente decreto, che risale al 2001 (d. lgs. 31/2001).
Più in dettaglio la Direttiva:
- introduce l’obbligo di una comunicazione più trasparente sulla produzione, gestione e qualità dell’acqua potabile verso il pubblico, attraverso la bolletta o con modalità telematiche;
- si rivolge ai gestori delle reti domestiche, ai gestori di impianti interni “prioritari”, ovvero strutture sanitarie, ristorazione, ospitalità, palestre, scuole, caserme, navi e stabilimenti balneari. Queste strutture dovranno introdurre un approccio basato sul rischio, attraverso piani di sicurezza e analisi di laboratorio;
- rivede i parametri microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli), parametri chimici (cadmio, clorito, cromo, rame, nichel, selenio), gli indicatori (cloruro, ferro, manganese, alluminio, ammonio, sodio, solfato) e le caratteristiche organolettiche;
- prevede limiti più restrittivi per alcuni contaminanti, più ampi per altri e nuove sostanze nell’elenco dei parametri da analizzare. Sono inclusi microplastiche, prodotti farmaceutici ed elementi interferenti endocrini;
- previste sanzioni anche severe per il mancato adempimento alle prescrizioni.
[1] Elaborazione Beverfood su dati Iri Italia (Gambero Rosso, agosto 2023)
[2] Istat, Rapporto sugli obiettivi di sviluppo sostenibile 2023